Polverificio Randi
Archeologia industriale nella Bassa Romagna
Archeologia industriale
E' la disciplina che indaga sull'incidenza dell'industrializzazione nella società e soprattutto nel territorio, con ricerche basate, principalmente sulle tracce materiali, specialmente architettoniche, relative alla trasformazione dello spazio del lavoro (stabilimenti e infrastrutture industriali: manifatture, opifici, arsenali, fornaci) e sulla loro catalogazione al fine di una eventuale conservazione.
In certi interessanti e meritevoli casi, strutture industriali (officine, opifici, ecc.) sono stati in questi ultimi decenni riscoperti, restaurati e rivalutati in modo da divenire contenitori per centri studi e poli museali, centri commerciali o espositivi, ecc.
Si ritiene che l'archeologia industriale possa avere in futuro un sicuro sviluppo. Questo presupposto muove dalla considerazione che tanto in Europa quanto nelle Americhe si assiste ad un sempre maggiore interesse per gli aspetti dell'industrializzazione che vengono - con il passare del tempo - visti in chiave maggiormente storica. Lo stesso rilievo che sempre più si è dato in questi ultimi anni alla creazione degli Ecomusei come quello sull'Adda, ne è un'ulteriore conferma essendo questi spesso collegati, nei maggiori centri urbani o nei loro pressi, alla rivalutazione ed alla divulgazione alle giovani generazioni della primigenia fase di industrializzazione conserviera, tessile, metalmeccanica, che contraddistingueva comunemente quelle zone in un passato non ancora remoto. [Fonte: Wikipedia]
L'archeologia industriale è una nuova disciplina nata intorno agli anni Cinquanta nel mondo anglosassone, e della quale ancora si discute sia il contenuto che la stessa denominazione. E' la scienza che studia i reperti e le testimonianze dell'epoca della rivoluzione industriale, in tutti i suoi aspetti e contenuti (macchine, edifici, tecnologie, infrastrutture) e le conseguenze economiche e sociali che ne derivano. È dunque la scienza che studia le origini e lo sviluppo della civiltà delle macchine e i segni lasciati dal processo di industrializzazione nella vita quotidiana, nella cultura e nella società .
Nonostante la vicinanza nel tempo e l'apparente solidità delle strutture di cui si avvale, la storia del processo industriale è fondata in gran parte su materiale deperibile, come gli stessi metalli, soggetti oltre che alla corrosione, al riciclaggio, e gli stessi edifici industriali, che, concepiti in funzione di un uso temporaneo e di specifiche tecnologie, hanno durata conforme alla funzionalità dell'impiego e un'obsolescenza assai maggiore dell'edilizia civile e dell'architettura tradizionale. Lo stesso si può dire per gli archivi d'azienda e per i disegni tecnici, che, essendo anch'essi finalizzati alla produzione, sono per ciò stesso destinati a un uso temporaneo. Per tutte queste ragioni, se non si provvederà in tempo alla salvaguardia di queste testimonianze, future generazioni potrebbero più facilmente studiare il Quaternario o la civiltà degli Etruschi piuttosto che le prime acciaierie o le prime centrali elettriche.
Tuttavia, il crescente sviluppo della tecnologia e della scienza ha fatto finalmente comprendere che cultura è anche quella industriale e che è la cultura del mondo di oggi, che la fabbrica e i luoghi di produzione di ogni tipo sono contenitori di scienza, di tecnologia, di capacità imprenditoriale, di competenze intellettuali e di lavoro, dove l'umanità opera un immenso sforzo che macina e trasforma la vita e la società dell'uomo. Ciò nonostante accade ancora che non appena ha concluso il suo ciclo vitale e produttivo la fabbrica viene riciclata o distrutta così che oggi, per alcuni settori, non resta che la testimonianza orale dei sopravvissuti.
I due principali problemi che oggi si pongono nel campo dell'a. i. in Italia sono quelli del censimento nazionale del patrimonio e quello di costituire un Museo dell'industrializzazione di nuova e moderna concezione.
Al censimento nazionale ci si propone di arrivare mediante un consorzio tra istituti, esperti, aziende e ministero dei Beni Culturali e Ambientali. Si tratta di effettuare una prima rilevazione in situ, con la produzione di una scheda standard, descrittiva di ogni bene storico industriale, da elaborare su computer e mettere a disposizione della collettività con i più avanzati strumenti informatici.
Il Museo nazionale dell'industrializzazione è previsto con una concezione sostanzialmente innovativa di 'museo-sistema', costituito da un centro museale che comprenda, oltre a esposizioni variabili e temporanee, sezioni specializzate per il disegno industriale, gli archivi storici, fotografici, ecc. Questo centro si collega 'a stella' con le realtà locali e territoriali che si riferiscono all'a. i., con il duplice scopo di lasciarle nel loro ambiente e di coordinarne l'attività e la fruibilità didattica e turistica. [Fonte: Enciclopedia Treccani]

L'ex Cotonificio Muggiani a Rho(Milano) edificato nel 1903 è stato uno dei più importanti opifici per la filatura del cotone in Italia. Chiuse i battenti nel 1963. Ad oggi è stato ristrutturato solo in parte

Esempio di Archeologia industriale in Brianza, a Porto d'Adda, la Centrale idroelettrica Esterle (1906), all'interno dell'Ecomuseo dell'Adda.

L'isola di Hashima, in Giappone, completamente abbandonata dal 1974